La tracciabilità alimentare è uno strumento molto importante che ci permette di conoscere quello che arriva sulla nostra tavola garantendo la nostra sicurezza.
L’Unione Europea ha stabilito che, dal 1° gennaio 2005, gli operatori del settore alimentare devono obbligatoriamente dare delle indicazioni relative alle origini dei prodotti e persino chi è intervenuto nelle singole fasi di produzione lungo tutta la filiera.
Ma in che modo la tracciabilità ci consente di fare delle scelte consapevoli e sicure dei prodotti che andiamo ad acquistare? Vediamolo insieme.
Tracciabilità e rintracciabilità alimentare non sono la stessa cosa
Iniziamo dalle loro definizioni:
- Tracciabilità: con questa azione si intende quel processo che tiene traccia di tutti gli elementi in ingresso che vanno a creare, modificare o trasformare un prodotto alimentare, chimico, industriale o logistico.
- Rintracciabilità: si intende il processo che torna indietro nella catena di produzione di un prodotto, al fine di ricercare un preciso evento o un’azione.
I due processi seguono entrambi la logica di una raccolta ordinata di informazioni durante i processi che portano alla realizzazione del prodotto, e ci consentono di verificare ed identificare anche a ritroso ogni singola azione svolta.
La tracciabilità è, in sostanza, un processo di comunicazione e di archiviazione dati. Tracciare, infatti, significa la capacità di descrivere il percorso di una materia prima o di un prodotto attraverso tutti i passaggi della filiera produttiva. Dal produttore viene registrato tutto il percorso che ha fatto il prodotto, dal prodotto finito alle materie prime.
La rintracciabilità è la comunicazione di ogni singolo processo ed archiviazione in dati informatici, che consente di conoscere ed individuare, in qualsiasi momento e anche a ritroso nel tempo, i dettagli di ogni singola fase di trasformazione di un prodotto.
La tracciabilità però non vale per tutti i prodotti.
Infatti per ora presenta diversi problemi applicativi per alcuni prodotti come i formaggi non DOP, la pasta, il pane, le conserve vegetali ed il latte a lunga conservazione. Per questi prodotti non esiste un vero e proprio obbligo. È solo la volontà dell’azienda produttrice che per scelte proprie, può o meno decidere se fornire queste informazioni in etichetta.
La storia dei prodotti è tracciata
In sintesi possiamo riassumere gli strumenti che abbiamo per assicurare la nostra sicurezza alimentare:
Tracciabilità: comunicazione di ogni singolo processo, ciò consente di conoscere le diverse fasi di trasformazione di un prodotto.
Rintracciabilità: comunicazione di ogni singolo processo ed archiviazione in dati informatici, ciò consente di conoscere ed individuare, in qualsiasi momento, anche a ritroso nel tempo i dettagli di ogni singola fase di trasformazione di un prodotto.
Attraverso la tracciabilità e la rintracciabilità possiamo ripercorrere la storia di ogni prodotto e verificare il rispetto delle regole per la nostra salute.