Il suono delle foreste e lo stato dei boschi

Comunità

Il suono delle foreste come se fosse una sinfonia suonata da un’orchestra.

Si chiama sonification data, un processo innovativo che porta in musica i risultati di una ricerca condotta nei boschi dell’Alaska per rendere accessibili i dati sulla salute delle foreste anche ai non addetti ai lavori.

La ricercatrice si chiama Lauren Oakes. Lauren ha studiato per molti mesi la metamorfosi dei boschi situati nella costa sud est dell’Alaska causata dal surriscaldamento globale.

Dal suo impegno sono scaturiti fiumi di dati, grafici e numeri che spiegano come questi ambienti, ricchi di alberi secolari come il cedro giallo e l’abete rosso si stiano trasformando a causa dei cambiamenti climatici che portano all’inesorabile morte di quelle che sono da sempre le specie autoctone della zona.

Il lavoro della Oakes è però molto complesso. Per questo ha catturato l’attenzione di poche persone, salvo gli specialisti del settore appunto.

Come fare per divulgare il risultato della ricerca in modo più comprensibile a tutti?

In musica naturalmente, facendo ascoltare alla gente il suono della foresta!

Il suono della foresta, assegna uno strumento ad ogni albero

Il suono della foresta è la traduzione in musica della ricerca che è stata eseguita di Nik Sawe.

Proprio grazie a questo nuovo sistema denominato sonification data, Sawe è riuscito nell’intento di creare un modo nuovo e suggestivo per capire la foresta.

Un modo semplice e alla portata di tutti.

Il suono delle foreste

Questa metodologia assegna uno strumento musicale, o un gruppo di strumenti, ad ogni tipo di albero.

Vanno poi distinti gli alberi giovani, che vengono interpretati con note basse e gravi, dagli alberi più adulti che assumono note alte e acute. Entrando nello specifico di questa ricerca Sawe ha assegnato al cedro giallo, l’albero più importante ma ahimè più a rischio estinzione, il pianoforte.

Quello che si nota subito nei tre minuti di rappresentazione sonora è che in un primo momento il pianoforte è lo strumento predominante.

Quello dalle sonorità più intense e persistenti, come del resto è fitta e abbondante la presenza del cedro giallo nelle zone più a nord.

Man nano che si scende a sud però questo suono perde via via di importanza. Si sente sempre meno, fino a lasciar posto al silenzio, scelto per rappresentare gli alberi morti.

Il suono delle foreste rispecchia lo stato di salute dei nostri alberi

Il suono delle foreste rispecchia dunque il tragico destino del cedro giallo, albero sacro e importantissimo per le civiltà locali. Da esso le popolazioni hanno sempre tratto sostentamento e ricchezza. Da secoli il cedro è usato per la costruzione di canoe, maschere ed altri suppellettili, perfino vestiti.

Purtroppo sono proprio le zone più a sud che patiscono maggiormente i cambiamenti climatici. Non nevica più come prima, i terreni ghiacciano e le radici muoiono per sempre. L’habitat autoctono del sud-est dell’Alaska rischia di cambiare drasticamente ed in maniera irreversibile.

Ben presto il cedro giallo potrebbe venire sostituito da specie differenti come la cicuta occidentale e l’abete Sitka.

Non sappiamo ancora se l’impegno alla salvaguardia del clima sottoscritto dai maggiori paesi del mondo riuscirà a salvare il cedro giallo dall’estinzione.

Come Asiago Food è importante far conoscere questa ricerca. Un nuovo modo di interpretare lo stato delle nostre foreste, una rappresentazione di un paesaggio sonoro.

L’idea di poter monitorare lo stato di salute delle foreste attraverso la trasposizione in musica dei dati è certamente interessante. Chissà, forse un giorno potrebbe essere adottato per tenere sotto controllo lo stato dei boschi italiani, e magari potremmo sentire anche noi il suono delle foreste che vediamo dalle nostre finestre.