I funghi porcini si possono coltivare?

Alimenti e Benessere, Comunità

Finferli, prataioli, shiitake, chiodini, pioppini…ci sono migliaia di specie di funghi che crescono nel nostro mondo. Alcuni sono commestibili e sono noti per avere vari benefici per l’organismo, mentre altri possono risultare indigesti o addirittura dannosi per la salute.

Il porcino, in particolare, è il fungo per eccellenza nella tradizione gastronomica italiana, conosciuto per il suo ottimo sapore e la grande versatilità in cucina. I funghi porcini di bosco possono essere trovati freschi, in conserva, surgelati o essiccati e sono da sempre apprezzati in preparazioni raffinate e gustose come risotti, piatti di pasta, zuppe, contorni e salse.

Non è ancora stato trovato un metodo per coltivare i porcini commercialmente e in grande scala, limitando in questo modo l’offerta a livello mondiale, ma allo stesso tempo confermandone la sua natura unica e speciale.

Come crescono i funghi: differenza tra simbionti, parassiti e saprofiti

Generalmente, in natura si possono trovare due tipologie di vegetali: gli autotrofi, in grado di assimilare il loro nutrimento dalle sostanze inerti del terreno quali acqua e sali minerali che vengono trasformate in sostanze nutritive attraverso la fotosintesi clorofilliana; oppure gli eterotrofiorganismi privi di clorofilla, elemento indispensabile per effettuare la fotosintesi, che sono obbligati ad avvalersi di metodi differenti per il proprio nutrimento.

I funghi, facenti parte di quest’ultima categoria di organismi, si avvalgono appunto di metodi unici per soddisfare le loro esigenze di nutrizione. Per il loro metabolismo e la loro nutrizione, infatti, dipendono esclusivamente dal carbonio ottenuto da altri organismi.

In base ai diversi tipi di relazione che i funghi instaurano con altre piante, batteri, funghi e animali, essi possono essere classificati come saprofiti, parassiti o simbionti.

  • saprofiti si nutrono delle molecole che trovano nelle foglie cadute, radici di piante o legno morto, ossia il materiale privo di vita o i prodotti di rifiuto degli organismi vegetali. Ne sono un esempio i funghi ostrica, comunemente chiamati anche geloni, orecchioni o sbrise, i funghi shiitake e i diffusissimi prataioli.
  • parassiti crescono su alberi viventi e altre piante, estraendo le loro sostanze nutritive, risultando spesso letali per gli esseri attaccati. Ne sono un esempio i chiodini (Armillaria mellea).
  • simbionti formano un’associazione simbiotica con le radici degli alberi viventi. Prendono zuccheri e nutrienti dall’albero e ne restituiscono minerali ed elementi essenziali, aiutando a loro volta l’albero. I funghi che appartengono a questo gruppo sono difficili da coltivare e spesso si trovano solo in natura. Ne sono un esempio i finferli e i porcini.

I funghi porcini sono coltivabili?

I porcini sono funghi che appartengono alla terza categoria citata, e quindi hanno un rapporto simbiotico o micorrizico con alcune piante. La micorriza descrive la relazione simbiotica che si forma tra i porcini e il sistema radicale di una pianta vascolare, come un albero. È infatti più probabile trovare i porcini sotto abeti rossi, pini, betulle e querce.

Come in tutte le simbiosi, sia il fungo che l’ospite beneficiano della relazione, anche se in modi diversi. Il fungo colonizza i tessuti radicali del suo ospite, migliorandone l’umidità e le capacità di assorbimento dei nutrienti. In cambio, la pianta ospite fornisce al fungo i carboidrati prodotti attraverso la fotosintesi.

Per quanto molti amatori si cimentino con la riproduzione dei funghi porcini, in linea di massima, questa specie non può essere coltivata proprio a causa del suo rapporto simbiotico con determinate tipologie di piante che risulta essere molto difficile da riprodurre al di fuori del suo habitat naturale.